Per comprendere cos’è l’armonia è necessario pensare alla struttura dell’Universo, così come a quella umana e al loro funzionamento: in natura tutto è perfezione. E quest’ultima è correlata alla proporzione armonica. Una nota fondamentale (attribuita dalla tradizione esoterica tibetana al suono dell’Uno), su cui si accordano altri suoni, in una proporzione ben precisa, che insieme creano la struttura. Vibrazione che crea, suono creatore, matrice divina. La nostra voce è lo strumento armonico che abbiamo sempre a disposizione, dispone di un suono fondamentale, unico per ogni individuo, che è quello più grave, sul quale si accordano altri suoni, in una proporzione che costituisce l’armonica.
Il suono armonico entra in risonanza col nostro sistema, per riportarlo alla vibrazione/armonia originari. Produce ordine, e silenzio mentale, poiché al cervello non serve decodificarlo. Lo riconosce come proprio. E la mente riposa e si rigenera. Dare suono al di fuori di schemi convenzionali, quali il linguaggio o la musica, permette di sciogliere le cristallizzazioni del pensiero ed esprimere la nostra unicità, superato l’imbarazzo iniziale, e sciolti i blocchi formatisi attraverso i condizionamenti che abbiamo ricevuto fin da bambini (non urlare, stai zitto, sei stonato, che brutta voce), ci permettiamo di esprimere la nostra vera essenza creativa, ciò che siamo nella meravigliosa unicità che ci caratterizza e distingue gli uni dagli altri.
Le difficoltà iniziali per chi inizia a cimentarsi nel liberare la voce spesso provengono dalle informazioni che abbiamo ricevuto in tenera età, che altro non sono che tentativi di toglierci energia e potere, anche se chi li mette in atto lo fa in modo inconsapevole, riproponendo uno schema che a sua volta ha subito. Quando da bambini emettevi vocalizzi a gran voce, o urlavi per esprimere le tue emozioni, la società ti ha ben presto fatto intendere che questo non andava bene; a volte l’insegnante che ti ha etichettato come stonato ha creato un blocco, rimandando il messaggio che la tua voce, quindi tu, non vali, e che è bene non farla sentire.
Questo può essere stato recepito come un messaggio di profonda svalutazione, fino a pensare di non essere valido o desiderabile, o di esserlo se stai zitto. Un input a reprimere il proprio potenziale per compiacere altri, in base ad uno schema, un modello condiviso da pochi, ma proposto a molti. Vi ricorda forse la nostra società? Tutto ciò ha anche a che vedere con un modello di arte di natura economica, del tipo “sei bravo se riscuoti il successo e fai qualcosa che pochi possono riprodurre”. Che rende.
In molte culture arcaiche la parola uomo e artista sono identiche. L’arte consiste nel produrre la propria unicità, superando le mode, che fanno capo ai modelli. Dare suono connessi alla propria parte profonda, unica e sacra porta consapevolezza alla nostra connessione profonda dell’Essere Divino che siamo, e alla relazione al Cielo alla Terra e a tutti gli esseri. La nostra voce è quanto di più vicino abbiamo alla nostra frequenza, pertanto la sua vibrazione si estende a tutto il nostro sistema, producendo un vero e proprio massaggio. L’onda sonora che dal nostro centro si propaga all’esterno provvede ad espellere tutto ciò che non ci serve più, portando consapevolezza ai punti in cui incontra resistenza, come a luoghi che necessitano di maggior attenzione. In cui qualcosa si è cristallizzato e dove possiamo dirigere il suono per rimuoverlo. L’intento che diamo al suono fa sì che le emozioni tornino a fluire, riportando equilibrio.
Amare i nostri suoni, ogni suono, aiuta ad amarci ed accettarci così come siamo, unici ed irripetibili, migliorando l’autostima. La voce è lo strumento e il nostro corpo la cassa di risonanza, la nostra anima si esprime e la creatività fluisce nei suoni che ci riportano ad una dimensione in cui tutto è Amore e Gioia. Dare suono, liberare il canto dell’anima, è un modo piacevole per percorrere la via della Libertà, quando tutto il nostro essere danza e crea, collegato al Cielo alla Madre Terra e a tutti gli esseri